Ipertiroidismo: cause e sintomi L’ipertiroidismo è la condizione clinica dovuta all’eccessiva sintesi e secrezione degli ormoni tiroidei, in altre parole siamo in presenza ad un’eccessiva produzione di ormoni da parte della tiroide. Il paziente affetto da ipertiroidismo può avere alterazioni importanti a carico del metabolismo, del sistema nervoso e del cuore. Nella maggior parte dei casi, se c’è un’elevata quantità di ormoni tiroidei in circolo, ciò è conseguente a una sovraproduzione della tiroide, che può quindi essere di dimensioni aumentate rispetto allo standard. L’ipertiroidismo è uno dei disturbi endocrini più frequenti e può manifestarsi a qualsiasi età, ma interessa soprattutto le donne in età fertile, a causa – pare – di una generale maggior predisposizione del sesso femminile alle malattie autoimmuni. Sintomi L’eccessiva produzione di ormoni causa un aumento del consumo di ossigeno e della produzione metabolica di calore, infatti gli ormoni tiroidei sono termogenici e, mentre un loro difetto è spesso alla base di un sovrappeso patologico, un eccesso si correla a disturbi come ipersudorazione, tremori, intolleranza al calore e magrezza eccessiva. L’ipertiroidismo, così come l’ipotiroidismo, è di solito associato al gozzo, cioè ad un sensibile aumento di volume e peso della tiroide. Cause Le principali cause dell’ipertiroidismo sono in ordine di frequenza: il gozzo diffuso tossico (morbo di Basedow): è la forma più frequente di ipertiroidismo e colpisce più donne che uomini; la fascia d’età in cui si manifesta prevalentemente è quella compresa fra i 20 e i 40 anni; è stata dimostrata la predisposizione genetica, ma la causa che scatena questa patologia non è ancora nota. il gozzo multinodulare tossico: tramite ecografia si può evidenziare la presenza di più noduli all’interno della tiroide, che però continua a...
Ipotiroidismo L’ipotiroidismo è una malattia della tiroide causata da un’inefficienza della ghiandola tiroidea, la quale non è in grado di sintetizzare una quantità di ormoni tiroidei T3 e T4 adeguata al fabbisogno dell’organismo e ciò determina una riduzione di tutti i processi metabolici. Può capitare, ma molto più raramente, una resistenza all’azione dei suddetti ormoni a livello tissutale. In parola semplici, l’ipotiroidismo si diagnostica quando la tiroide è ipoattiva, cioè quando la ghiandola tiroidea non riesce a produrre ormoni tiroidei in quantità sufficienti a far funzionare normalmente il corpo. Una persona è affetta da ipotiroidismo se ha troppo pochi ormoni tiroidei nel sangue. La ghiandola tiroide deve avere iodio a sufficienza per poter produrre gli ormoni tiroidei. I sintomi dell’ipotiroidismo I sintomi dell’ipotiroidismo possono essere di varie nature, ed alcuni molto diversi fra loro, tuttavia generalmente sono legati a un rallentamento generalizzato dei processi fisiologici. Tra i sintomi più comuni si riscontrano: Secchezza e fragilità dei capelli Letargia e difficoltà di memoria Ispessimento della lingua e lentezza nel parlare Sudorazione diminuita Sensazione di freddo Ipotensione Pelle ruvida,secca, desquamata e giallastra Aumento del peso corporeo Debolezza muscolare Nelle donne, oltre ai sintomi sopra citati, si può inoltre riscontrare amenorrea, ovvero alterazioni del ciclo mestruale, fino all’assenza di mestruazioni. La diagnosi dell’ipotiroidismo La conferma di ipotiroidismo avviene generalmente attraverso un semplice esame del sangue, tramite il quale si andranno a valutare i livelli ormonali del paziente. Alti valori ematici di TSH e bassi livelli di T3 e T4 confermano i sospetti di ipotiroidismo. Le cause dell’ipotiroidismo L’ipotiroidismo si viene a determinare come conseguenza di un malfunzionamento del meccanismo circolare che coinvolge oltre alla tiroide anche ipotalamo e ipofisi, e...
La Tiroide si trova nella parte anteriore del collo, in posizione centrale. La forma della tiroide è simile a quella di una farfalla, nella quale i due lobi corrispondono alle ali, che sono unite al centro da una parte definita istmo. Al di sopra della tiroide e dietro si trova la laringe e al di sotto della tiroide la trachea, due tratti dell’apparato respiratorio. Nell’infanzia e nell’adolescenza la tiroide aumenta di dimensioni e, in particolare nell’età della pubertà, mostra un evidente incremento di volume. In età adulta forma, dimensioni e peso della tiroide possono variare da un individuo all’altro, anche in condizioni normali. Stimoli provenienti dall’ambiente possono influire sulle dimensioni, pur in assenza di malattie, e alcune patologie ne alterano profondamente volume e forma. Analizzando il tessuto della tiroide al microscopio, si osserva che esso è formato da strutture di cellule, definite follicoli, disposte in un unico strato intorno ad un lume ripieno di un materiale denominato colloide. Le cellule che costituiscono i follicoli hanno una forma simile a un cubo. La colloide è costituita da una proteina di grandi dimensioni, la tireoglobulina, alla quale si legano gli ormoni prodotti dalla tiroide. La struttura della ghiandola è ricca di vasi sanguigni che la mettono in comunicazione con il resto dell’organismo. Fra i follicoli sono distribuite cellule, definite parafollicolari, che producono la calcitonina, un ormone che, insieme al paratormone secreto dalle ghiandole paratiroidi, regola il metabolismo del calcio...
Per accertare eventuali malfunzionamenti della tiroide è opportuno tenere sotto controllo alcuni cosiddetti segnali d’allarme, come le alterazioni del peso, debolezza o stanchezza, intolleranza al caldo o al freddo, i disturbi intestinali e la secchezza della pelle o delle unghie. Il corretto percorso di accertamento di un eventuale malfunzionamento della tiroide prevede che questi possibili campanelli d’allarme vengano prima di tutto approfonditi con il proprio medico o endocrinologo di fiducia. Il primo step è certamente il test di dosaggio del TSH comunemente ritenuto l’esame più accurato per analizzare l’attività della ghiandola tiroidea. Questo esame consiste semplicemente in un prelievo di sangue rivolto a testare i livelli di TSH (ormone che stimola la tiroide a produrre gli ormoni T3 – T4). Se il TSH è ridotto, significa che la ghiandola sta funzionando troppo (ipertiroidismo), in caso contrario, se presenta valori elevati, la tiroide sta lavorando troppo poco (ipotiroidismo). Alcuni anni fa i problemi tiroidei venivano individuati solo quando tali patologie arrivavano ad uno stadio avanzato, invece oggi sono disponibili metodi sofisticati in grado di dosare concentrazioni infinitesimali di TSH le quali consentono di diagnosticare eventuali disfunzioni a stadi molto prematuri, addirittura prima della comparsa dei sintomi. Grazie alla diagnosi tiroidea precoce è infatti possibile seguire per tempo una terapia personalizzata in grado di prevenire l’insorgere di problemi gravi e limitare le conseguenze sull’organismo. In caso di riscontro di ipotiroidismo potrà essere eseguito il dosaggio degli anticorpi anti-tiroide, in particolare degli Ab anti-TPO, per escludere la presenza di una tiroidite autoimmune. Solo in alcuni casi particolari, vengono effettuati esami di laboratorio più complicati, come il test al TRH, nel quale viene iniettato al paziente questo ormone che stimola l’ipofisi a...
Oramai è risaputo che una larga percentuale di italiani soffrono di patologie tiroidee. Se solo prendiamo in considerazione i casi di tumore possiamo osservare che negli ultimi anni sono aumentati di oltre il 200% e allo stesso modo le malattie autoimmuni si sono moltiplicate. Questi dati devono sicuramente farci riflettere. Ed in questo quadro come collocare il rapporto bambini / tiroide? Di solito le malattie tiroidee vengono diagnosticate non in tenera età, anche perché possono presentare sintomi che spesso vengono attribuiti alla crescita, all’adolescenza oppure a periodi di stress scolastico. Infatti si stima che un bambino su tre riceve la diagnosi corretta con un ritardo di 1 / 2 anni. Un gap da colmare affinando la capacità di fare diagnosi differenziale. Anche perché stanchezza, sonnolenza, ipersonnia, bradicardia o tachicardia, irritabilità e disturbi dell’umore sono i segnali delle più comuni malattie della tiroide che colpiscono i giovanissimi, soprattutto le bambine, intorno alla seconda infanzia, verso i 12 anni, complice anche lo sviluppo della maturazione sessuale. L’adolescenza e la tiroide Il momento più delicato per le patologie della tiroide è l’adolescenza quando alla ghiandola tiroidea si richiede un 30 per cento in più della propria attività, anche a causa dello sviluppo degli ormoni sessuali estrogeni e testosterone. In quel periodo è possibile osservare un rallentamento nella crescita della statura o delle alterazioni del ciclo mestruale che possono essere attribuite alla giovane età. In presenza di sintomi anche sfumati è opportuno un semplice dosaggio ormonale da effettuare su un campione di sangue. Le due patologie tiroidee più frequenti sono la tiroidite di Hashimoto, disturbo su base autoimmune che consiste nella formazione di anticorpi contro la tiroide, e forme cliniche che vedono...
La tiroidite cronica di Hashimoto è un processo infiammatorio autoimmune della tiroide ed è caratterizzata dal fatto che il sistema immunitario, che generalmente protegge il nostro organismo e lo difende dalle malattie, produce degli anticorpi contro nostri organi o tessuti non riconoscendoli più come propri. Quando questi anticorpi sono diretti contro la tiroide si configura una malattia infiammatoria, la tiroidite, autoimmune che durerà per tutta la vita, quindi cronica. Da qui deriva il nome della malattia: tiroidite cronica autoimmune anche conosciuta come tiroidite di Hashimoto dal nome del medico giapponese che per primo la descrisse. La tiroidite cronica di Hashimoto è quindi una particolare forma di tiroidite detta anche linfocitaria, perché è caratterizzata da una cronica infiltrazione linfocitaria. Frequentemente silente, porta spesso ad una graduale ma progressiva e irreversibile ipofunzione della tiroide, portando poi ad una condizione di ipotiroidismo. Tra i vari tipi di infiammazione della tiroide risulta essere la più diffusa nelle aree del mondo con un sufficiente apporto di iodio, generalmente sono le donne ad esserne colpite (il rapporto rispetto agli uomini è di 6 casi contro 1, con un’incidenza l’anno fra le donne del 3,5 per mille, e fra gli uomini dello 0,8 per mille) e di solito è di origine familiare. Mentre nelle aree a carenza iodica la tiroidite cronica è ancora oggi una malattia relativamente rara. Cause della tiroidite di Hashimoto Spesso tale malattia viena anche definita come la malattia del benessere, infatti come accennato in precedenza è molto più diffusa nelle zone con discreto apporto di iodio, mentre è raramente riscontrata nelle zone a carenza iodica. Alla base della patologia vi è un processo infiammatorio autoimmune che porta alla distruzione dei follicoli. Sia l’immunità cellulo-mediata che anticorpo-mediata sono chiamate in...