Le malattie tiroidee rappresentano i disturbi endocrini più comuni, e la loro incidenza tende ad aumentare con l’avanzare dell’età.
A causa dell’incremento dei fenomeni autoimmunitari, il 15% delle donne oltre i 60 anni presenta una tiroidite autoimmune che spesso determina lo sviluppo di ipotiroidismo.
È anche frequente la presenza di noduli alla tiroide, soprattutto nelle aree a carenza iodica, che possono condizionare lo sviluppo di ipertiroidismo.
Il problema è spesso di difficile identificazione, perché i sintomi sono molto generici e possono essere confusi con gli effetti di un fisiologico processo di invecchiamento. Una corretta interpretazione dei livelli ormonali tiroidei è per questo indispensabile al fine di inquadrare la situazione in maniera accurata.
Da questo punto di vista il test diagnostico che prevede il dosaggio del TSH è l’esame più preciso a disposizione: per una efficace prevenzione sarebbe opportuno effettuarlo tempestivamente per evidenziare e correggere eventuali disfunzioni della sintesi ormonale tiroidea.
Il trattamento dell’ipotiroidismo nell’anziano, analogamente ai soggetti più giovani, consiste in una terapia ormonale sostitutiva, soltanto con dosaggi leggermente inferiori. L’attenzione è in questo caso rivolta a evitare l’ipertiroidismo che può esporre il paziente al rischio di complicanze cardiovascolari. È pertanto importante riconoscere precocemente anche gli ipertiroidismi spontanei e trattarli in modo adeguato con i farmaci tireostatici o la terapia radiometabolica.