Cos’è la tiroidite?
La tiroidite è una patologia che fa parte di quel gruppo di malattie definite autoimmuni, cioè quelle patologie causate dal fatto che l’organismo non riconosce più un proprio organo come il proprio e lo attacca con i propri anticorpi trattandolo come un comune nemico. È nota anche come tiroidite di Hashimoto, perché a scoprirla fu un medico nipponico (da cui prende il nome) che la descrisse nei dettagli.
La tiroidite è una delle malattie più frequenti a cui va incontro la tiroide, ed è una vera e propria infiammazione dell’organo dovuta all’attacco dello stesso organismo. A soffrire maggiormente di questa patologia sono le donne che si ammalano 5 volte di più degli uomini ad un’età intorno ai 45 anni in su, ma non mancano i casi di tiroidite giovanile.
Non si conosce una vera e propria causa scatenante della tiroidite autoimmune, ma come spesso accade con questo tipo di malattie croniche, la predisposizione genetica e familiare potrebbe partecipare all’esordio della malattia, aggiungendo poi che alcune malattie infettive su base virale possono essere implicate anch’esse quali cause indirette, alla stregua degli stessi fattori ambientali e ormonali i quali, anch’essi, possono partecipare allo stesso modo.
Sintomatologia
Molte volte il paziente affetto da tiroidite non ravvisa alcun cambiamento del proprio stato di benessere per lungo tempo, ed è solo col passare del tempo che – intervenendo una vera e propria alterazione della ghiandola – si verifica uno squilibrio degli ormoni secreti e solo così il soggetto è spinto a recarsi dal proprio medico per lamentare una serie di sintomi che non riesce più a spiegarsi.
La stanchezza cronica senza motivo protratta nel tempo è il sintomo principe che il paziente lamenta al proprio medico curante ed è il segnale che la tiroide sta cominciando a dare i segni di un malfunzionamento, essendo di fatto interessata da quello che si definisce ipotiroidismo.
A questo primo sintomo si associa spesso una palese difficoltà di concentrazione, un aumento ponderale abbastanza evidente, una continua difficoltà di concentrazione con perdita progressiva della propria performance psico-fisica, compresa la sonnolenza, la pelle secca, la perdita di peli e capelli e l’alterata resistenza al freddo rispetto ad un tempo.
I sintomi sono generalmente lamentati tutti in sequenza uno dopo l’altro e difficilmente, nel caso di una tiroidite autoimmune ci si lamenta di solo uno o due di questi segni, visto che quando si giunge a lamentarsi di una sintomatologia costellata da diversi disturbi si è di fronte ad uno stato conclamato di infiammazione con conseguente riduzione di volume della tiroide stessa e perdita parziale o, addirittura totale della funzionalità dell’organo.
Diagnosi
In presenza di questo stato di cose si ravvisa l’esigenza di accertare lo stato della tiroide sottoponendo il soggetto ad una serie di esami ematici che consistono nella conta degli anticorpi anti-tireoglobuline e anti-perossidasi (ricordiamo l’origine della malattia autoimmune) oltre a definire altri importanti parametri circa la funzionalità della tiroide quali il dosaggio del TSH, del T3 e del T4, il tutto accompagnato da un’ecografia della tiroide che serve a delineare l’esatta morfologia e grandezza dell’organo e gli eventuali danni che abbia riportato.
Terapia
Una precisa cura della malattia non esiste, però si giunge ugualmente a guarigione invitando il paziente ad assumere farmaci a base dell’ormone tiroideo, tiroxina, che la tiroide non è più in grado di rilasciare come dovrebbe.
Il paziente in questo modo giunge presto alla remissione dei sintomi, riprende una vita normale e, soprattutto, non dovrà ricorrere ad alcun intervento chirurgico per questo tipo di patologia.